Club Frecce Tricolori  n°9

Reggio Emilia   Città del tricolore


                                                               Le Officine Reggiane                                                      

La prima guerra mondiale

La prima guerra mondiale favorì il ramo d'attività militare, le Reggiane, oltre ad espandere l'attività, nel 1918 assorbì il Proiettilificio di Modena. All'inizio del 1918 la Reggiane entra in contatto con il mondo aeronautico e con la Caproni, che successivamente rileverà la ditta negli anni'30. Le Officine Meccaniche Reggiane, erano infatti tra le ditte impegnate nel massiccio ordine per i biplani trimotori da bombardamento della famiglia dei Caproni Ca.44, Ca.45 e Ca.46 (Ca.5 con la designazione del Regio Esercito). Di questa massiccia commessa di 300 esemplari ne venne solo avviata la produzione, e forse soltanto un esemplare venne assemblato negli stabilimenti di Reggio Emilia, con parti provenienti da altri stabilimenti.

Fra le due guerre

Nel 1920 la crisi non risparmia nenche le Reggiane che vedono i propri stabilimenti subire una occupazione operaia. Per diversificare l'attività, con i profitti di guerra, viene assorbita la S.A.M.L. di Monza che opera nel settore dei molini, pastifici e laterizi. Le difficoltà economiche si aggravano. Nel 1928 la ristrutturazione passa attraverso l'ulteriore diversificazione con l'ingresso nel settore cerealicolo (costruzione di silos) e con la cessione degli stabilimenti di Modena e di Monza.

La crisi economica mondiale del 1930 mette definitivamente fine agli sforzi di salvare l'azienda (che intanto aveva giocato la carta delle macchine agricole). Nel 1933 l'I.R.I. acquisisce la maggioranza azionaria consentendo il salvataggio almeno degli impianti di Reggio Emilia.

Nel 1935, intuendo il buon momento per il riarmo fascista, il conte Giovanni Caproni acquisisce dall'I.R.I. il pacchetto azionario di maggioranza delle Reggiane. 

Lo sviluppo aereonautico

Nel 1936 viene costituita a Reggio Emilia la Società Studi e Brevetti Gruppo Caproni guidata dall'Ingegner Giovanni Pegna (già progettista alla Piaggio) al fine di concepire e sviluppare velivoli sperimentali e soluzioni tecnologiche da applicare al Settore Avio Reggiane. La prima realizzazione della Società Studi e Brevetti Gruppo Caproni è il bombardiere bimotore Piaggio P.32bis, evoluzione del Piaggio P.32.

Inoltre le Reggiane costituiscono il settore Motori Avio con la riproduzione in serie, su licenza Piaggio, del radiale P. VII C16. Sempre su licenza Piaggio verrano successivamente prodotti le versioni C35 e C45 del P. VII, il P. VI bis , il P. XI bis , il P. XV mentre su licenza Fiat sarà prodotto l'A. 74. Il successo del settore aereonautico sarà marcato dal fatto che a fine 1936 fattura il 60% del totale.

Nel 1937, su licenza SIAI-Marchetti, viene avviata la linea di produzione del trimotore da bombardamento S.M.79 e a causa del rallentamento delle commesse (a fine anno il settore aeronautico scende al 45% del fatturato totale) viene ristrutturata l'azienda mediante l'incorporazione della Società Studi e Brevetti Gruppo Caproni.

Il 23 febbraio 1937 vola per la prima volta il prototipo del P 32 bis pilotato dal com. Gamna. Il 19 maggio vola il suo derivato sportivo: il primo prototipo del Caproni Ca.405. Nell'intenzione dell'azienda due Ca.405 avrebbero devono partecipare alla gara del "Nastro Azzurro" che si sarebbe tenuta tra il 20 ed il 21 Agosto 1937 ma, per diversi motivi, nessuno dei due prototipi poté partecipare.

Il fatturato del settore aereonautico riprende quota il 1938 e 1939 si chiudono rispettivamente con il 55% e l'80% del fatturato totale.

Il 24 maggio vola il primo prototipo del Re.2000 (MM 408), pilotato dal Comandante De Bernardi, nel novembre viene allestita la linea intercettori Re.2000 serie 1 per la Regia Aeronautica, ma i pochi esemplari realizzati diverranno effettivamente operativi solo nel 1941.

<<< indietro ... prossima pagina >>>